Indagine sul Comune di Uscio

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INTRODUZIONE GEOGRAFICA

Il comune di Uscio è situato nell'alta valle del torrente Recco ad un altitudine compresa fra i 200 e i 600 metri sul livello del mare. Il torrente ha origine presso il monte Cornua ( 691 m s.l.m.) ad occidente della frazione di Calcinara ( 465 m s.l.m. ). Percorre circa 10 km perpendicolarmente alla costa prima di giungere al mare dopo aver raccolto le acque di un bacino di circa 40 kmq di estensione . Della corona di monti che costituiscono l'anfiteatro di Uscio il più alto è il monte Tuggio (677 m s.l.m.) che conserva ancora, sulla sua cima, i ruderi di un castello medievale. Ma i monti più alti della valle si trovano più a sud, sul lato destro orografico, dove incontriamo ,dopo aver superato il passo della Spinarola ( 470 m s.l.m.), monte Borgo ( 732 m s.l.m.) e monte Bello ( 713 m s.l.m. ).

Da queste alture, la linea spartiacque che separa il torrente Recco dal bacino del torrente Boate degrada verso il mare passando per il monte Caravaggio( 627 m s.l.m.), e scendendo poi a Ruta ( 280 m s.l.m.) per rialzarsi ancora fino ai 610 m. del promontorio di Portofino.

A ponente la valle del Recco è separata da quella del torrente Sori da una dorsale uniforme che non raggiunge in alcun punto i 700 m. e scende in linea retta dal monte Cornua al mare.

Tutti questi monti, geologicamente non molto antichi, appartengono principalmente alla formazione dei calcari del monte Antola la cui età, datata tramite il riconoscimento di microfossili, risale al Paleocene ( circa 65 milioni di anni fa). Si tratta di calcari marnosi di colore grigio chiaro o scuro in strati e banchi di spessore molto variabile - fino a 8/10 m - alternati ad argilliti grigio scure di accentuata scistosità.

La valle è costituita quasi interamente da calcari marnosi ad eccezione della parte superiore dove affiorano gli argilloscisti su cui poggiano le ardesie di monte Verzi ( Formazione di val Lavagna ). I calcari marnosi, grazie alla loro erodibilità, danno origine ad un paesaggio montuoso dalle forme arrotondate, che degrada dolcemente verso il mare, creando un ambiente favorevole all'insediamento umano e all'attività agricola.

In passato queste rocce sono state utilizzate sia per la produzione di calce, che come materiale da costruzione. Nel comune di Uscio l'ardesia non viene più estratta da almeno cinquant'anni ,in parte perché di qualità più scadente rispetto a quella estraibile sul versante della val Fontanabuona , in parte perché molte " chiappè "- cava di ardesia nel dialetto locale - si sono esaurite.

Tuttavia, questa attività, costituiva in passato una delle principali fonti di reddito insieme all'agricoltura e all'allevamento. Per quanto riguarda l'aspetto vegetazionale ,se percorriamo la strada statale n. 333 che attraversa la valle lungo l'asta principale del torrente, ci troviamo di fronte ad un ambiente verdeggiante ed alberato, coperto da bosco misto alternato a colture terrazzate ad ulivo che dalla costa si spingono sui versanti a solatio, fino a 400m s.l.m. e oltre. L'olivo viene poi gradualmente sostituito dal castagno che raggiunge quote più alte , anche se talvolta si possono presentare situazioni miste a seconda dell'esposizione.

Le aree prative , distribuite nella fascia sommitale della valle, sono di origine antropica, frutto di antichi disboscamenti operati per ricavare terreno utile alle diverse pratiche agro- pastorali di cui principalmente lo sfalcio e il pascolo ovino e caprino. Il territorio di Uscio, tra i 200 e i 600 m di altitudine ,è interamente compreso nell'orizzonte delle latifoglie mesofile ed è caratterizzato dalla presenza di fitti boschi di caducifoglie concentrati maggiormente nel versante esposto a Nord che appartiene alla val Fontanabuona. Le essenze più comuni sono i carpini neri e il frassino, specie dotate di un'elevata capacità pollonifera che attualmente si trovano in consorzio con il castagno sui versanti più freschi e predominano invece dove le caratteristiche pedologiche sono migliori per il loro sviluppo. I castagneti presentano caratteristiche di un marcato stato di abbandono, li troviamo spesso molto vicino al centro abitato e su superfici terrazzate, ma soprattutto sul versante esposto a nord appartenente al bacino idrografico del torrente Lavagna.

Sui terreni più asciutti e soleggiati cresce la roverella e l'acero insieme ad alcuni arbusti tipici della macchia mediterranea come la ginestra, l'erica arborea e il cisto, la salvifolia, ecc. Molto rare sono invece le conifere.