La storia del comune di Uscio inizia ad essere nota
a partire dal VI secolo d.C. ma si può facilmente
affermare che la valle di Recco fosse già abitata in
epoca neolitica; a testimonianza di tale affermazione
sono stati rinvenuti resti dei primi insediamenti. La
popolazione nel periodo precedente la conquista
romana, avvenuta nel 121 a.C. ,era probabilmente molto
scarsa in quanto mancavano le condizioni favorevoli,
come grandi masse d'acqua o ripari naturali, perché
si sviluppasse un insediamento di grandi dimensioni.
Nel 109 a.C. i romani costruirono la strada rivierasca
fra Pisa e Genova che venne chiamata Aurelia in
continuazione di quella che già collegava Roma a
Pisa. In seguito i paesi liguri venivano inclusi
nell'impero di Augusto (27a.C.- 14d.C.) e più
precisamente nella nona delle undici regioni in cui
era divisa l'Italia. Tre secoli dopo, l'Impero veniva
diviso in quattro parti e la Liguria divenne una delle
diciassette province italiane sotto il controllo di un
console residente a Milano.
Nel periodo seguente la caduta dell'Impero romano,
(476d.C.) la parte della Liguria a sud dello
spartiacque appenninico rimase esente dalla
dominazione barbara e soltanto nel 641 furono
saccheggiati e distrutti dal re dei Longobardi Rotari,
oltre a Genova, i paesi e i porti più fiorenti della
riviera, e quindi anche Recco. Si suppone che gli
abitanti della valle nel periodo precedente la
conquista romana fossero alleati dei Cartaginesi e che
il cristianesimo sia arrivato in queste zone a partire
dal I secolo d.C. diffuso ad opera di Nazario e Celso,
che cominciarono a diffondere la nuova religione a
Genova nell'anno 68; in precedenza ritrovamenti
archeologici fanno supporre che si adorasse Mitra
ossia il sole.
La storia di Recco e Uscio, come già ricordato,
inizia ad essere nota a partire dalla seconda metà
del VI secolo. Nel 570 per sfuggire alla ferocia dei
Longobardi, il vescovo di Milano con parte del clero e
del patriziato milanese si stabilì a Genova dove per
concessione dell'imperatore Giustiniano I ottenne il
controllo diretto, spirituale e temporale, delle
popolazioni che abitavano le valli di Recco, Rapallo e
l'alta Val Fontanabuona. I vescovi di Milano rimasero
a Genova fino al 647, in questa data S. Giovanni Bono
decise di riportare a Milano l'antica diocesi di S.
Ambrogio. Da questo momento in poi l'autorità del
vescovado venne rappresentata dagli
"avvocati" ai quali i valligiani pagarono
decime e tributi fino al 1250, in tale data furono
sostituiti dai podestà. Quando nel 1133 la diocesi di
Genova divenne indipendente i tributi fino ad allora
pagati dalle quattro Pievi di Recco, Uscio , Camogli e
Rapallo, vennero rivendicati dall'arcivescovo genovese
e le controversie si protrassero per più di un
secolo. Nel frattempo, però, gli avvocati dei due
contendenti divennero sempre più esosi finendo così
per soppiantare quasi interamente l'autorità dei
vescovi. Verso la fine dell' XI secolo, all'antico
regime ecclesiastico succedette la marca genovese
formata dalle quattro Pievi suddette che divenne feudo
di potenti famiglie quali gli Estensi, i Malaspina, i
Fieschi, i Doria, gli Avvocati, gli Embrici, ed altri
ancora. Nel 1190 i genovesi ottennero dall'imperatore
Federico Barbarossa l'estensione del loro dominio su
tutta la Liguria (da Monaco a Portovenere). Fu
nominato un podestà comune per tutta la valle con il
compito di amministrarla e riscuotere i tributi ma i
Fieschi rimasero ancora a lungo a reclamare i loro
diritti non solo sull'entroterra di Recco ma anche su
buona parte della Val Fontanabuona.
Nel comune di Uscio si possono ancora notare tracce
di questa antica famiglia distrutta dai Doria nel 1547
dopo la fallita congiura architettata da Gian Luigi il
giovane. A testimonianza della loro potenza rimane il
nome di una località, detta "Castello
vecchio", prossima al passo delle Casette.
Quest'ultimo costituiva il tragitto principale tra la
valle di Recco e la Val Fontanabuona fino alla seconda
metà del XIX secolo quando, con la costruzione della
strada statale che oggi congiunge i centri di Recco e
Gattona, venne progressivamente abbandonato.
Rimangono poi i ruderi di un fortino presso il
monte Tuggio che, costruito dai Fieschi a difesa del
passo della Spinarola, divenne dominio della
Repubblica di Genova dal 1366 non senza essere stato
per qualche tempo in potere dei Fregoso. Anche nella
frazione di Calcinara doveva esistere una torre di
difesa come si desume da un documento del 1238 e dal
nome "torre" che conservano i ruderi di una
vecchia casa posta su quel valico. A conferma di tale
ipotesi sul finire degli anni '20,durante i lavori di
restauro di una casa contigua alla "torre" ,
fu ritrovato un antico battente con incisa la data
1414 e uno stemma. In questo periodo la valle di Recco
fu spesso teatro di aspri scontri non solo fra i
Fieschi, i Campo Fregoso e la Repubblica o fra gli
Adorno e i Doria, ma anche ad opera dei Saraceni che
ripetutamente saccheggiarono e incendiarono la
cittadina di Recco.Divenne tristemente famoso il
trattamento operato da un certo Antonio Paravagna agli
abitanti di Uscio quando nel 1411 comandava il forte
di monte Tuggio.
Nella seconda metà del XV secolo molti abitanti
del paese si trasferirono a Genova dove trovarono
occupazione nel porto o nelle nascenti fabbriche e
alcuni di loro figurarono fra i capi della rivoluzione
popolare del 1506 contro i francesi. Al contrario nel
secolo seguente gran parte della popolazione di Recco
si rifugiò sulle alture per sfuggire alle aggressioni
turche che diventavano sempre più frequenti; questo
processo portò ad un incremento della popolazione che
nel 1520 poteva essere stimata in: 374 fuochi per il
paese di Avegno, 38 per Salto, 59 per Terrile e 68 a
Uscio. Si può presumere che alla fine del secolo
fosse presente soltanto la metà della popolazione
indicata a causa delle falcidie dovute alla peste che
colpì questa zona nel 1579-80. Nel 1606 la repubblica
di Genova sostituiva un Capitano al Podestà di Recco,
come peraltro era già avvenuto a Chiavari; la sua
nomina divenne definitiva trenta anni dopo quando fu
aggiunto un consiglio costituito da 12 membri scelti
dal senato, che avevano il compito di aiutarlo
nell'amministrazione locale. La carica di Capitano era
annuale così come per i componenti del consiglio;
questo ordinamento rimase fino al 1797 quando cadde la
Repubblica di Genova.
La storia della valle di Recco
in questi due secoli di capitanato si confonde
interamente con la storia della repubblica di Genova,
così i Recchesi e i contadini di Uscio, come tutti
gli altri liguri, seguirono le sorti, liete o avverse,
della loro piccola patria. Con la nascita della
Repubblica ligure il capitanato di Recco fu
trasformato in uno dei diciassette distretti della
nuova entità geopolitica e, in seguito, unito al
distretto del Bisagno. Nel 1799 il numero dei
distretti aumentò e in essi fu incluso anche quello
di Recco con il nome di Giurisdizione della frutta
ciò testimonia l'importanza che tale produzione aveva
all'epoca. Nello stesso periodo venivano istituite le
municipalità o cantoni di Avegno e Uscio distinte da
quella di Recco ma tutte e tre dipendenti dal
commissario della giurisdizione.
Con il primo gennaio
1815 la Repubblica di Genova diveniva parte del regno
di Sardegna e i cantoni si tramutavano nei comuni
attuali sempre raggruppati nel mandamento di Recco.
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