Il secondo transetto si sviluppa lungo lo
spartiacque che separa la val Fontanabuona e la valle
del Recco. In alcuni tratti abbiamo sfruttato il
sentiero che fa parte dell'Itinerario Storico
Colombiano (ISC), che si sviluppa sia nel versante a
mare sia in quello settentrionale dove sono
localizzate le cave d'ardesia.
1. Il transetto parte da Colle Caprile che nel 1899
venne abbassato con una profonda trincea durante la
costruzione della strada che collega Uscio a Gattorna
( SS 333 vedi appendice 1, Le vie di comunicazione).
Nei pressi del passo troviamo dei castagneti in ottimo
stato posti su terrazzi inerbiti e ben sfalciati. Il
motivo di tante cure è da imputarsi alla loro
vicinanza al centro abitato.Altrove la peggiore
accessibilità ha condannato estese porzioni di bosco
all'abbandono.
1. Colle Caprile : castagneto
in ottimo stato
2. Località Biaule
2. Ugualmente in località Biaule possiamo trovare
orti ben tenuti nei pressi di abitazioni recenti di un
certo pregio.
3. Abbandonata la SS 333 seguiamo il
sentiero naturalistico che fa parte dell' ISC in
direzione di monte Serro. Ci troviamo inizialmente ad
attraversare un tratto completamente coperto da
macchia mediterranea: ginestre, erica arborea, cisto e
elicrisio sono le essenze predominanti. Questa
formazione si estende però anche su terreni
terrazzati e questo ci fa pensare che la sua presenza
sia abbastanza recente. I versanti meridionali di
monte Serro e Monte Rosso sono infatti completamente
terrazzati e un tempo erano coltivati alternativamente
a frumento e patate. Oggi solamente al parte sommatale
risulta libera dalla macchia o peggio ancora dai rovi
o dalle felci, il cui sviluppo rigoglioso è
sicuramente alimentato dai quasi annuali incendi
dolosi. Ugualmente soffocate dalla vegetazione sono le
cascine che pure rientrano tra le attrazioni segnalate
dai cartelli esplicativi del sentiero naturalistico.
4. Non mancano tratti di terreno ancora coltivati
anche se rappresentano porzioni assai ridotte.
3.a.
Monte Serro: versanti terrazzati invasi dalle felci.
3.b. Versante tra Monte Serro e Monte Rosso. Cascine
attive sulla destra e abbandonate sulla sinistra.
4.
Appezzamento coltivato alle pendici di Monte Rosso.
5.
Presso il Passo di Castello Vecchio ( vedi
introduzione storica) abbandoniamo il versante a mare
e ci spostiamo verso la Fontanabuona per raggiungere
la più importante zona estrattiva del comune.
Parecchie sono le cave abbandonate che abbiamo potuto
visitare lungo il sentiero. Si tratta prevalentemente
di cave a pozzo, dove il materiale è stato estratto
dai minatori dall'alto verso il basso fino agli anni
'20 - '30 del secolo scorso. I pozzi sono ormai
divenuti laghi di interesse naturalistico. Si possono
poi incontrare cave a cielo aperto ( vedi appendice 2:
Le cave di ardesia). Fuori dalle cave possiamo
osservare molte testimonianze riguardanti le tecniche
di lavorazione e di estrazione dell'ardesia nonché i
segni della fatica umana: si trovano lastre di
differenti dimensioni accatastate in vari punti, i
binari dei vagoncini su cui veniva trasportato il
materiale, le " pose" per la sosta durante
il trasporto e lunghe scale in ardesia che conducevano
ai laboratori.
5.a. Monte rosso: Lastre di ardesia
abbandonate.
5.b. Monte Rosso Ingresso di una cava
6.
Superato il passo dei Casetti torniamo sul versante
meridionale e ci dirigiamo verso Monte Tuggio. La
situazione di abbandono dei campi e delle cascine e di
degrado della vegetazione si ripete in questo tratto
con caratteri anche più negativi. Dall'analisi dei
dati statistici relativi all'agricoltura abbiamo
potuto notare come tra il 1982 e il 1990 la SAU si sia
ridotta della metà: da 203,9 ha. a 108,38 ha. Poiché
risulta difficile persino percorrere i sentieri che un
tempo collegavano questi campi, si può dedurre come
negli ultimi dieci anni non sia stato possibile un
incremento della SAU.
7. Monte Tuggio
7. Arrivati in
cima a Monte Tuggio troviamo, a lato di numerose
antenne i resti di antiche costruzioni edificate dai
Fieschi a difesa del passo della Spinarola ( vedi
introduzione storica ). 8. Da Monte Tuggio scendiamo
verso la Colonia Araldi. La Colonia è una casa di
cura costituita da una serie di chalet di color rosso
posti in un parco di oltre dieci ha.. Venne fondata
nel 1906 da Carlo Araldi, un farmacista di Recco che
propose una cura per riacquistare l'equilibrio dell'
organismo basata su due principi: una vita sana a
contatto con la natura e l'uso di una pozione
disintossicante e stimolante per le difese
dell'organismo.
8. Colonia Arnaldi.
9. Giungiamo in
fine al passo della Spinarola (vedi appendice 1 e
introduzione storica) , notiamo come la vegetazione in
precedenza costituita da bosco misto con prevalenza di
castagni tenda a sostituirsi con associazioni di
querce e carpini.
9. Passo della Spinarola e panorama
di Uscio.
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